
Negli ultimi anni, gli affitti brevi hanno rivoluzionato il settore immobiliare, offrendo opportunità sia ai proprietari che ai viaggiatori.
La crescita esponenziale di questo fenomeno ha portato i Comuni italiani a introdurre nuove restrizioni per regolamentare il mercato e garantire maggiore sicurezza.
Una delle misure più discusse riguarda il divieto delle key box, le cassette portachiavi utilizzate per il self check-in.
Key box nel mirino: cosa cambia per i proprietari?
A partire dal 2025, diversi Comuni italiani hanno deciso di limitare l’uso delle key box e di altri dispositivi automatici per il check-in negli affitti brevi. Questa misura nasce dalla necessità di monitorare più attentamente chi accede agli immobili, prevenendo fenomeni di illegalità e garantendo una maggiore sicurezza per residenti e ospiti. Per alcuni comuni si tratta di una questione di decoro urbano.
L’obbligo di check-in in presenza impone ai proprietari o ai gestori di essere fisicamente presenti al momento dell’arrivo degli ospiti, un cambiamento significativo per chi gestisce più immobili o affida la gestione a servizi di property management.
Codice Identificativo Nazionale e nuove normative fiscali
Un altro importante aggiornamento riguarda l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN), obbligatorio per tutte le strutture destinate ad affitti brevi.
Il CIN dovrà essere esposto negli annunci pubblicati su piattaforme come Airbnb e Booking.com, pena sanzioni che possono variare da 800 a 8.000 euro.
Sul fronte fiscale, dal 2025 chi possiede due o più immobili destinati a locazioni brevi vedrà l’aliquota della cedolare secca aumentare dal 21% al 26%. Per chi ha cinque o più immobili, non sarà più possibile usufruire della cedolare secca e si applicherà la tassazione IRPEF marginale sul 95% dei canoni percepiti.
Maggiore sicurezza e nuove sanzioni
Le nuove normative prevedono anche requisiti più stringenti in termini di sicurezza. Gli immobili destinati agli affitti brevi dovranno essere dotati di dispositivi come rilevatori di gas e monossido di carbonio, pena sanzioni che possono variare da 600 a 6.000 euro.
Le nuove restrizioni sugli affitti brevi rappresentano insomma un cambiamento significativo per proprietari e gestori. Se da un lato queste misure mirano a garantire un mercato più trasparente e sicuro, dall’altro impongono nuove responsabilità a chi opera nel settore.
Per evitare sanzioni e continuare a offrire un servizio di qualità, è fondamentale adeguarsi alle nuove regole e restare aggiornati sulle normative locali.
L’impatto sulle piattaforme e le reazioni del settore
Le nuove restrizioni sugli affitti brevi stanno avendo un impatto significativo anche sulle principali piattaforme di intermediazione, come Airbnb e Booking.com. Queste aziende stanno già adeguando le loro politiche per conformarsi alle nuove normative, introducendo controlli più severi sugli annunci e collaborando con le autorità locali per garantire la trasparenza del mercato.
Alcune piattaforme stanno testando sistemi di verifica dell’identità più stringenti per gli ospiti, così da ridurre i rischi legati alla sicurezza e alla legalità delle locazioni.
Le nuove regole stanno incontrando la resistenza di molti operatori del settore, dai piccoli proprietari agli investitori immobiliari, che vedono in queste restrizioni un freno alla crescita del mercato degli affitti brevi.
Le associazioni di categoria hanno già espresso le loro preoccupazioni, sottolineando come l’obbligo di check-in in presenza e l’aumento della tassazione possano penalizzare soprattutto i piccoli proprietari, favorendo indirettamente le grandi catene alberghiere.
Allo stesso tempo, alcune città stanno cercando di bilanciare le restrizioni con misure di supporto per chi opera nel settore in modo professionale. Tra queste, l’introduzione di sportelli dedicati per la registrazione degli immobili e campagne di informazione sulle nuove normative.
La transizione verso un mercato degli affitti brevi più regolamentato rappresenta quindi una sfida per tutti gli attori coinvolti.
Se da un lato le nuove regole mirano a rendere il settore più sicuro e trasparente, dall’altro è fondamentale trovare un equilibrio tra la tutela dei residenti e le opportunità economiche offerte dagli affitti turistici. Il futuro degli affitti brevi dipenderà dalla capacità di adattamento dei proprietari, delle piattaforme e delle amministrazioni locali alle nuove dinamiche del mercato.