Gli italiani sono da sempre un popolo di risparmiatori.
Da tempo però “mettere i soldi in banca” è tutto tranne che redditizio, in quanto i conti correnti hanno tassi pari a zero o addirittura negativi.
Anche i fondi non sono sempre sicuri, senza parlare di obbligazioni o azioni, che fluttuano e rischiano di farci perdere buona parte del nostro gruzzoletto.
L’investimento “nel mattone” viene quindi ancora considerato un buon investimento, soprattutto in tempi incerti come questi.
Ma acquistare una seconda casa per poi affittarla, conviene?
Risposta che chiaramente non può essere “si” o “no” ma che ha bisogno di un importante approfondimento.
Sappiamo che con il Covid-19 il mercato immobiliare è decisamente cambiato. La scelta legata all’acquisto è ricaduta soprattutto su case con giardino, spazi comuni o almeno balconi. Questo soprattutto per la prima casa, quella in cui far risiedere la famiglia.
Per quanto riguarda la seconda casa, se non è scelta come luogo dove trascorrere le vacanze ma come investimento e fonte di reddito, la scelta invece può andare verso quelle case in vendita senza appunto queste peculiarità, e quindi dal punto di vista di un acquisto al ribasso, più interessanti.
Escludendo il prezzo di acquisto, anche se poi ne parleremo più avanti in questo articolo, possiamo certo dire che i costi da sostenere sono:
• Il 9% del valore catastale come imposta di registro
• l’IVA sull’acquisto, pari al 10% in quanto seconda casa
• Imposte catastali e di registro
• IMU sulle seconde case, ogni anno
• Tassa rifiuti e utenze, se a noi intestate, più alte quando seconda casa
Nel caso di un affitto a breve termine, questo costo va tenuto conto, in quanto non verranno fatte le volture e i costi incideranno decisamente sul guadagno finale.
L’estensione del superbonus 110% sulle ristrutturazioni edilizie con rimborso nei 5 anni o la cessione del credito a banche e finanziarie, ha dato modo anche a immobili da ristrutturare di diventare appetibili all’acquisto per poi affittarli dopo la ristrutturazione.
Il consiglio è quindi quello di cercare un immobile magari a un prezzo minore per poi intervenire sulla ristrutturazione, sempre considerando però che in questo caso l’immobile verrà ceduto in affitto solo dopo parecchi mesi dall’acquisto, ma potenzialmente ad un prezzo maggiore.
Un appartamento con 3 locali, 2 camere, 1 bagno, può essere venduto nella nostra città a circa 100.000 per poi essere affittato a 400/450 euro al mese.
In questo modo ogni anno si andranno a incassare circa 5.000 euro, di cui dovremmo versare il 20% nel caso di canone concordato, pari a 1.000 euro, più spese varie (IMU, manutenzione straordinaria) valutabile in altri 5/600 euro annui.
In questo modo la nostra resa finale al netto delle tasse è di circa il 3,5% decisamente al di sopra di quanto potenzialmente potrebbe rendere un fondo di investimento, dove difficilmente si arriva al 2%.
La domanda da porre in realtà è un’altra. La zona dove acquistiamo la seconda casa è turistica? Se si, molte volte si opta per l’affitto breve per molti motivi, quali i pagamenti anticipati, la disponibilità della casa nei mesi in cui l’appartamento non viene affittato, un turnover sicuro da parte degli inquilini ecc..
Se la nostra seconda casa invece sarà in un territorio prevalentemente abitativo o lavorativo, si prediligono affitti a medio e lungo termine, magari garantiti da fideiussione bancaria per non incorrere in mancati pagamenti, ma che possano garantire una continuità di reddito.
Se volete saperne di più, non esistete a contattarci.